Maglie da calcio a poco

La prima testimonianza di un capo d’abbigliamento per il calcio arriva nel 1526 dal Grande Guardaroba del re Enrico VIII d’Inghilterra, che includeva un riferimento a un paio di scarpe da calcio. Il club, nella sua lunga tradizione sportiva che ha visto fallimenti e rifondazioni, ha al suo attivo dieci stagioni in Serie A, categoria in cui ha militato ininterrottamente dal 1978 al 1988. Occupa la 50ª posizione nella graduatoria della tradizione sportiva FIGC ed il 43º posto nella classifica perpetua della Serie A dal 1929. I colori sociali dal secondo dopoguerra sono il bianco e il verde, ha come simbolo il lupo e disputa le gare interne allo stadio Partenio-Adriano Lombardi. Nella stagione di Serie B 2005-2006 l’Avellino, piazzatosi al quartultimo posto, è nuovamente retrocesso in Serie C1 dopo la disputa del play-out con l’AlbinoLeffe. La squadra biancoverde non riesce mai a occupare la vetta della classifica, stabilizzandosi intorno al 5º posto, ultimo utile per i play-off.

I lupi non riescono ad agguantare il sogno della qualificazione ai play-off accarezzato per tutto l’arco della stagione, maglia da calcio belle chiudendo all’undicesimo posto a soli tre punti dagli spareggi per la massima serie. Durante questi anni transitano per Avellino tanti futuri campioni e giocatori già affermati, come gli irpini Pasquale Casale (primo irpino a debuttare in serie A con la maglia dell’Avellino) e Fernando De Napoli, Stefano Tacconi, Ottorino Piotti, Andrea Carnevale, Luciano Favero, Beniamino Vignola, Gerónimo Barbadillo, Ramón Díaz, lo storico capitano Adriano Lombardi, Juary, José Dirceu, Angelo Colombo, Walter Schachner, Franco Colomba (allenatore dei lupi nella stagione 2005-2006), Paolo Beruatto, Vincenzo Romano, Angelo Alessio, Gian Pietro Tagliaferri, Alessandro Bertoni e allenatori come Vinicio, Eugenio Bersellini, Rino Marchesi e Ottavio Bianchi. Il sogno irpino finisce nella stagione 1987-1988. I lupi arrivano penultimi a -1 dalla salvezza e scendono in B insieme all’Empoli, non riuscendo quindi nemmeno ad approfittare del fatto che quell’anno le retrocessioni erano due anziché tre per il concomitante allargamento della serie A da 16 a 18 squadre. Il primo campionato su base nazionale fu quello del 1926-27, con le venti squadre ammesse (diciassette del Nord e tre del Sud) ripartite in due gironi da dieci, stilati senza seguire alcun criterio geografico.

Sino alla fine degli anni 20 del Novecento, il titolo italiano – che dal 1925, cioè dall’introduzione della patch dello scudetto, per metonimia viene usualmente definito tale – veniva assegnato attraverso gironi plurimi su base territoriale e successive fasi a eliminazione diretta. Dall’edizione del 1929-30 il torneo si svolge invece secondo la formula del girone unico (già fugacemente sperimentata nella stagione 1909-10), prendendo al contempo la denominazione di Serie A, che mantiene sino a oggi. Terminata la stagione 2008-2009, il 2 giugno 2009 arriva il comunicato ufficiale sul sito internet della società in cui l’amministratore unico Massimo Pugliese conferma la volontà di vendere il club a titolo gratuito; decisione questa, presa subito dopo aver appurato dalla Società l’esistenza di dodici milioni di euro di debiti. Massimo Bernardini, Alessandra Bisegna, Francesco Cirafici e Cristoforo Gorno et al., Il tempo e la storia: episodio 1×20, Calcio anni ’30, Rai Educational, Rai 3, 9 dicembre 2013, a 42 min 23 s. La vittoria del campionato comporta la partecipazione al massimo torneo europeo sin dalla sua nascita, nella stagione 1955-56, con il nome di Coppa dei Campioni; l’unica eccezione è costituita dalla Lazio, che, dopo aver vinto lo scudetto nell’annata 1973-74, non partecipò alla Coppa dei Campioni 1974-1975 a causa di una squalifica comminatale dall’UEFA in precedenza.

Giunto fino alle semifinali di Coppa Italia di Promozione, il Giarre, già promosso, fu eliminato da un Real Avola ambizioso di conquistare la finale per l’eventuale salto di categoria. Nell’estate del 1986 si aggiudica inoltre il Torneo Estivo, organizzato dalla Lega Calcio tra le dodici squadre di serie A non partecipanti alle semifinali di Coppa Italia. Le altre eccezioni, in termini di squadre partecipanti, risalgono al secondo dopoguerra: nel 1945-46, dopo una prima fase organizzata su base regionale, ebbe luogo un girone finale con otto squadre. Nel secondo turno la formazione irpina viene eliminata dal Sassuolo, squadra che milita nel campionato di Serie B, con un gol di Troianiello. Fin dalla nascita del girone unico, era infatti tradizione che le partite si disputassero in contemporanea nel pomeriggio della domenica – con il fischio d’inizio in orario variabile, dalle 14:30 nei mesi più freddi alle 16:30 nei periodi più caldi -; una prassi consolidatasi nel secondo dopoguerra, grazie alla sopraggiunta copertura radiofonica di Tutto il calcio minuto per minuto.